Chi di noi nel corso della vita non ha incontrato bambini che ciucciavano il dito o il ciuccio oltre l’età fisiologica, si mordicchiavano le labbra o mangiavano compulsivamente le unghie? Probabilmente molti di noi riconosceranno come proprie queste abitudini, che vengono definite “viziate” in quanto sono comportamenti acquisiti generalmente nella prima infanzia a livello del cavo orale come abitudini, ma che se persistono, degenerano in vizi.

Vengono infatti definite “abitudini viziate” tutti quei comportamenti più o meno diffusi, considerati fisiologici fino ai 2-3 anni di età circa e  che se protratti oltre questo periodo determinano un’alterazione a carico dello sviluppo morfofunzionale dell’apparato del bambino.

Tali comportamenti possono determinare una modificazione sia funzionale che morfologica dell’apparato stomatognatico.

Le abitudini viziate che interessano il cavo orale di frequente riscontro clinico sono:

il succhiamento del dito;

il succhiamento del ciuccio ed il suo uso prolungato nel tempo;

l’onicofagia e il mordicchiamento di oggetti;

succhiamento della lingua, delle labbra e delle guance;

la respirazione orale;

la deglutizione deviata;

errori dietetici: la postura anomala durante l’allattamento, l’allattamento artificiale protratto e lo svezzamento tardivo.


Le abitudini viziate sono nocive per tre principali ragioni:

1. Hanno la tendenza a stabilire una forma facciale non corretta del bambino che sta crescendo;

2. Contribuiscono ad una funzione della muscolatura facciale impropria nel bambino. La combinazione comporta una respirazione di tipo orale, turbe articolatorie del linguaggio, una malocclusione o morso scadente;

3. Hanno un effetto sull’ ossatura in crescita e sui tessuti del palato (funziona come un tipo di ortodonzia naturale).


È importante dunque prevenire l’insorgere di abitudini viziate o eliminarle precocemente al fine di evitare l’instaurarsi di danni permanenti, risolvibili solo con terapie ortodontiche.