Con l’acronimo DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) si fa riferimento ai disturbi delle abilità scolastiche ossia Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia in soggetti con un adeguato funzionamento cognitivo.


In Italia i bambini con DSA rappresentano il 2,5%-3,5% della popolazione scolastica, quindi le loro difficoltà devono essere prese in considerazione in modo adeguato come prevede la legge 170/10.

Essendo i DSA disturbi di origine neurobiologica parlare di prevenzione non è corretto; è possibile però, attraverso un’individuazione precoce delle difficoltà, intervenire tempestivamente e migliorare non solo la prognosi, ma anche prevenire gli effetti del disturbo sulle variabili psicologiche, riducendo il rischio di psicopatologia associata. Spesso se il disturbo non è individuato correttamente si possono manifestare disturbi d’ansia, disturbo depressivo.  Infatti, se è vero che non si può fare diagnosi di DSA prima della seconda/terza elementare, è altrettanto vero che già prima dell’ingresso alla scuola primaria si può valutare l’adeguatezza di alcuni prerequisiti degli apprendimenti scolastici. Esistono ormai da tempo in letteratura molteplici evidenze sull’importanza delle competenze meta fonologiche, sulla velocità di denominazione, sulla consapevolezza numerica, considerate dei prerequisiti più importanti per un approccio positivo e proficuo dell’alfabetizzazione.


Gli apprendimenti scolastici fin dalle prime classi richiedono un’efficienza ottimale e una perfetta integrazione di numerose funzioni cognitive dette funzioni esecutive, che devono essere non solo apprese, ma soprattutto usate in modo efficace per la risoluzione dei diversi compiti. Esistono alcuni prerequisiti fondamentali all’acquisizione degli apprendimenti e solo se questi sono adeguatamente sviluppati sarà possibile iniziare un apprendimento formale proficuo.

Tra i prerequisiti necessari abbiamo competenze più generali come la comprensione linguistica, l’espressione orale, la metacognizione, la denominazione, il riconoscimento della quantità, la motricità, aspetti comportamentali adeguati; e competenze più specifiche come i prerequisiti della letto-scrittura e della matematica.

Durante le fasi precedenti al’ingresso alla scuola dell’obbligo si possono condurre delle osservazioni  e interventi didattici che hanno il potere di aiutare il bambino ad introdurre nelle proprie conoscenze quelle abilità e competenze che maggiormente sono richieste nelle fasi successive. È dunque importante che la scuola dell’infanzia diventi più cosciente delle sue possibilità di prevenzione e recupero, occupandosi di una fascia di età in cui abbiamo grandi possibilità di potenziamento.